Da cinque a otto in un solo anno, e da otto a diciotto nell’anno seguente: più che una crescita di prezzo, quella a cui ha dato vita Safilo, è stata una scalata di ordine esponenziale, che in più occasione l’ha portata a fronteggiarsi con la maggiore delle società del medesimo settore, Luxottica, la quale, dopo aver ‘vinto’ la gara per la licenza del marchio Armani, ha iniziato a vociferare di un crescente desiderio di puntare gli occhi proprio sulla sua rivale numero uno: Safilo. La smentita, però, è stata immediata.
Dopo l’approvazione del risultato del terzo trimestre, il dato che più ha incoraggiato il mercato nel dar fiducia all’azienda con sede a Padova, è stato l’assistere alla crescita della società (con vendite in aumento del 2,9% sul terzo trimestre) che è riuscita a contrastare non solo una piazza in grave crisi per una difficoltà d’insieme nello spingere le vendite, ma anche un’uscita dal gruppo da parte di importanti marchi (avvenuti nel corso del 2012) e di un peggioramento delle condizioni economiche (in un’ottica d’acquisti) dato dall’eccessivo rafforzamento dell’euro nei confronti delle altre principali valute.

La crescita di Safilo e il piano di rafforzamento

Il gruppo Safilo, per la prima volta dal 2007, è stato in grado di riportare il proprio utile in positivo, a fronte di un indebitamento finanziario netto in calo rispetto al secondo trimestre 2013: una circostanza resa possibile grazie ad operazioni di vendita mirate, che, come successo lo scorso 20 dicembre, hanno portato i vertici della società ad intraprendere operazioni di finanza ordinaria. Spicca tra queste ultime quella portata a termine dal Direttore Generale per lo Sviluppo e le Strategie di Prodotto, con la vendita di 12000 azioni dell’azienda, ad un prezzo pari ai 17,0025 euro, ricavandone un’entrata di oltre 204 mila euro; questi ultimi sarebbero stati imputati, a loro volta, per una parte all’aumento della liquidità in cassa, per l’altra al saldo delle partite debitorie.
Il progetto di crescita e rafforzamento, dopo aver convinto Banca IMI ad alzarne le prospettive di prezzo da 16,6 a 18,05 a metà dello scorso dicembre, sembra oggi aver fatto colpo anche sul gruppo d’investimento e brockeraggio Main First, il quale ha aumentato il target price da 18,5 a 22 euro per azione, con raccomandazione d’acquisto.

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